venerdì 26 giugno 2009

l'orto-giardino condominiale

Sono qui da un anno ormai. Ho iniziato una lenta trasformazione del mio fazzoletto di terra (3mq) e pietra (altri 30mq). Il percorso è lungo ma ho iniziato a raccoglierne i frutti (cicoria a volontà, insalate, fragole, more e tutte le erbe aromatiche), non mi sono concentrato a pieno perchè ero impegnato sul fronte ben più impegnativo del nostro orto collettivo alla Giudecca che di frutti ne sta dando a dismisura (vedi spiazziverdi).
Voglio iniziare un percorso di avvicinamento alla parte di terra che sta dall'altra parte, che vedo dalla finestra della cucina; è una zona ostica, l'ho osservata a lungo, mi ci fermo, annuso le rose, tocco la terra, ma è un "non luogo" una zona franca che, come in molti casi non dovrebbe appartenere a nessuno, per lo status quo.
Il lavoro che mi attente è quello di coltivare l'essere umano, me stesso, la mia famiglia, i miei vicini di casa che non voglio chiamare condomini.
Si tratta di ribaltare la situazione e trasformare un luogo di nessuno tramutandolo in una terra di tutti. Per ora ci sono rose, rampicanti e non, un'edera, ortensie, oleandri, no comment.
Sotto le piante ci sta il prato, in ombra da un lato dell'edificio (stenta quindi a crescere), al sole a picco dall'altro (si secca).
C'è un giardiniere, che ogni tanto viene a tagliare quella poca erba e a potare le piante, riempie quattro o cinque sacchi di immondizia (che butta nel bidone) e sparge un po' di concime (chimico), dove pensa serva.

Ho molte idee in proposito.

COSA NON C'E'
una compostiera dove buttare gli scarti organici.
uno spazio comune, libero, dove mettere una sedia, uno sdraio, un tavolo per stare da soli o in compagnia.

COSA C'E'
un gruppetto di persone che si occupa di annaffiare nei periodi di secco (mea culpa non l'ho mai fatto, mi ha sempre preceduto qualcun'altro, ma si sa, non sono proprio un fulmine e credo fermamente nella selezione naturale).

COSA SI POTREBBE DIRE, FARE, LETTERA, TESTAMENTO
La prima cosa credo sia quella di trovarci una prima volta ed osservare, annusare, guardare il sole, sentire la terra.

COSA FAREI
Aspetterei l'autunno e mentre aspetto continuerei ad osservare.
Poi sposterei le rose e le metterei in grandi vasi su ruote, in modo da poterle portare in giro e scoprire il luogo che più amano (un piccolo giardino di rose).
Vangherei il terreno, porterei della nuova terra e rialzerei tutto di almeno venti centimetri.
nella parte più grande ma ombreggiata pianterei le prime piante perenni, un mandorlo, more, lamponi, ribes, uvaspina, kiwi, salvia, rosmarino e altro ancora.

nella parte più piccola e soleggiata qualche pianta di vite (da tavola e da marmellata), un anice stellato (Illicium Verum) alcune piante di limone (forse anche 6) su grossi vasi su ruote che si possono ricoverare in atrio d'inverno e tutte le aromatiche perenni.

l'inverno riposerei e pianterei qualcosetta, ancora da decidere.

la primavera è tempo di annuali, fiori che si mescolano a verdure in un intrico di profumi e colori.

per ora è tutto, alla prossima.



plants for a future