mercoledì 23 novembre 2011

permaculturalmente pensando al piano B

Mi chiedo se qualcuno dei vari Monti o Mari stiano pensando ad un piano B, o meglio, il piano B (dato che non esiste nessun altro piano alternativo).
Alcuni analisti prevedono un crollo dell'Euro nelle prossime settimane (e credo che ci possano anche azzeccare).
Quali scenari si prospettano dunque? Chi ci guadagnerà e chi ci rimetterà?
Sicuramente, con l'inverno appena iniziato avremo bisogno di comprare "energia" da qualcuno. Chi ce l'ha? Possiamo pagarvi in BTP? o in titoli Parmalat? In questa situazione non ci rimane che pagare con quello che abbiamo, e questo lo sanno gli arabi, i russi, gli svizzeri e tutti quelli che hanno in mano le multinazionali dell'energia, quello che abbiamo è territorio, beni artistici, e....gente, sì, gente da far lavorare in cambio di quattro "lire". In questa fase di emergenza, come in tutte le situazioni del genere si da una bella stretta alla democrazia, tutti sono d'accordo per un governo di alleanza nazionale (tutti i politici, non i cittadini ben inteso), e in barba al popolo si faranno passare sempre più leggi che vanno verso un governo "multinazionale" nel vero senso del termine.

Quale piano B? In una situazione di massima emergenza bisogna pensare innanzitutto a:
1) energia disponibile per ospedali e mezzi essenziali
2) riserve alimentari non stoccate con il ciclo del freddo
3) programmazione della produzione della quantità minima di cibo necessaria per la popolazione
4) riserve di sementi sufficienti almeno alla semina primaverile (sarebbe sensato avere una grossa quantità di sementi "rustiche" dato che non ci sarà probabilmente la possibilità di irrigare con pompe azionate elettricamente ed è quindi necessario avere delle varietà resistenti ai climi secchi)
5) riorganizzazione del lavoro (in questo caso tutti sono utili e necessari), finalmente i giovani potranno lavorare tutti dato che le braccia toniche saranno molto richieste sul mercato
6) ridefinizione di quelle che sono le priorità produttive: primario (agricoltura in primis), trasformazione degli alimenti, piccolo artigianato (soprattutto per "aggiustare" la quantità di cose che già abbiamo), servizi alla persona come scuole (rivedrei anche quelle), ospedali (ma è meglio prevenire che curare), polizia(ma potremmo anche farne a meno).